Descrizione breve
pp. 280, 17 x 24 cm
Collana: Dipartimento di Filologia Classica e di Scienze Filosofiche. “Testi e Saggi” n° 33
Il volume intende, innanzitutto, determinare il senso dell’attenzione critica da Leibniz dimostrata nei riguardi della tradizione logico-ontologica del nominalismo, ritenuta la piú idonea a rappresentare le istanze dell’Aetas nova; tende, poi, a studiare il senso delle suggestioni neoplatoniche su cui si fonda il sistema dell’armonia; su un ulteriore versante, mira a definire i termini di quel modello ermeneutico di ragione promosso da Leibniz negli anni in cui si infittiscono le sue riflessioni sul ruolo dell’ipotesi nella ricerca filosofica e scientifica. Il percorso seguito prende le mosse dalla sintesi di individualismo metafisico e terminismo logico messa a punto da Leibniz sin dal finire degli anni Sessanta e confluisce nel proposito di fondare una «Scienza generale», frutto della ricerca di un linguaggio universale, cui ridurre i vari settori del sapere, per rinnovare le immagini filosofiche dell’enciclopedia e della scienza. Ne affiora un Leibniz intento a determinare un compiuto concetto di armonia, che si configura come uno strumento logico-metafisico per forzare il “bastione” in cui sono custoditi i segreti della natura. In quest’ottica, si pone il suo credo ontologico volto a definirsi come la sintesi di Unitas e Varietas, anzi come un modo di celebrare l’Unitas in varietate e la Varietas in unitate.
Da ciò emerge l’immagine di un Leibniz ‘individualista metodologico’ e ‘razionalista critico’, per il quale la lezione attinta alla tradizione del nominalismo diviene una sorta di sottofondo epistemologico o di Denkstil, che ne condiziona i principali passi speculativi. Ne scaturisce l’attitudine a fare della Ratio una forma di interpretatio, fondata sulla capacità di elaborare ipotesi e sulla tendenza a promuovere il dialogo tra i cultori delle singole scienze, contro lo «spirito di setta» dei filosofi dogmatici. Dinanzi al dubbio ed ai coni d’ombra, alla ragione non rimane che articolare griglie interpretative rivedibili, volte a gettare reti ermeneutiche sui fenomeni e tali da valere solo in termini approssimati, in attesa di rinnovare il confronto con i data, per accumulare nuovi elementi di giudizio. Da qui un’idea finita e fallibile di filosofia, tutta dedita a mettere a punto le condizioni per cui può rendersi possibile la «scoperta» e, per suo tramite, il miglioramento della società umana.
Autore:
SANDRO CIURLIA ha conseguito il dottorato di ricerca in “Discipline storico-filosofiche” presso l’Università degli Studi di Lecce. I suoi interessi di ricerca si sono, dapprima, indirizzati allo studio della cultura filosofica europea tardo-settecentesca, in particolare tedesca: ha pubblicato saggi su Kant, Hegel e Schelling. A Leibniz ha, poi, dedicato ampi e numerosi studi. Collabora con varie riviste nazionali. Con questi tipi, è uscita la monografia Antonio Corsano e la filosofia analitica: il pensiero giovanile di Leibniz (2002).