Descrizione breve
Opere scelte vol. VI
Collana: Dipartimento di Filologia Classica e di Scienze Filosofiche
Testi e Saggi, n° 21
formato 17x24 cm, pp. 320
Umanesimo e religione in G. B. Vico del 1935 può giustamente essere considerato il frutto più maturo – e in un certo senso il punto d’arrivo – di quella Vico Renaissance auspicata e avviata dal Croce nei primi anni del Novecento. In esso confluiscono le istanze di una decisa storicizzazione del Vico, lungo la linea interpretativa del Nicolini, quelle – rappresentatte dal Donati – di una ricostruzione unitaria del suo pensiero dagli scritti giovanili alla più matura Scienza Nuova, e, infine, quelle gentiliane che imponevano un’approfondita indagine sulla componente umanistica della sua filosofia. Con un pregevole lavoro di scavo sulle matrici rinascimentali del Vico il Corsano imprime una svolta e un radicale rinnovamento agli studi vichiani, collocandosi al di fuori delle linee interpretative disegnate dall’idealismo delle quali, anzi, non manca di segnalare con consapevolezza i limiti, la fragilità e l’intrinseca debolezza. Per le straordinarie intuizioni per le quali il pensiero vichiano viene da un lato saldato alla tradizione filosofica italiana e dall’altro viene magistralmente scandagliato nei suoi molteplici nessi ed intrecci con gli sviluppi del pensiero religioso europeo tra Sei e Settecento, il saggio del 1935 rappresenta il più emblematico tentativo di un’interpretazione unitaria e organica che potesse gareggiare per vigore e coerenza con quella idealistica.