Descrizione breve
Studi Storici 14
Saggi e ricerche XIII
pp. 328, ill., cm. 17 x 24
Sarebbe oggi improponibile avviare un organico progetto di ricerca storica su qualsivoglia area o provincia senza affidare ad esso il compito oltre che di contributo, anche di verifica e di confronto sia con la storia dell’intero Mezzogiorno, sia con le ormai solide esperienze di ricerca e di riflessione storiografica condotte con prospettive e sensibilità diverse dai maggiori studiosi del settore. Dall’una e dalle altre scaturisce la convinzione che un sondaggio della realtà meridionale può contribuire ad eliminare il luogo comune prevalso se non nella ricerca storiografica certo in tutta una letteratura meridionalistica di un Mezzogiorno monolitico sempre uguale a se stesso per l’intero arco dell’età moderna. Salvaguardando siffatta prospettiva non solo si tiene proficuamente aperta l’analisi comparativa sugli approcci metodologici e sui modelli interpretativi utilizzati per altri studi in altre parti del Regno, ma si rivaluta anche la complessità della realtà storica meridionale e la diversità delle sue province.
L’interesse per gli studi storici sull’antica regione pugliese non può essere coltivato, quindi, dando ingenuamente per scontata l’attuale unità politico-amministrativa, ma, al contrario, risalendo alla pluralità geografico-dimensionale delle diverse province storiche che ne hanno fatto parte. Le ricerche più recenti, oltre ad evidenziare e a valorizzare la peculiarità delle vicende storiche dell’intera regione pugliese rispetto al resto del Mezzogiorno continentale, hanno altresì messo in luce le non trascurabili differenze strutturali fra le sue tre province a cominciare dalle frequenti e sensibili modificazioni degli equilibri territoriali e demografici per passare alle articolate basi sociali e produttive, al diverso rapporto città-campagna e, per finire, alle complesse funzioni, oltre che alle variegate dimensioni, dei suoi principali centri urbani. In questo contesto Terra d’Otranto acquista una specificità propria che la distingue non solo dalle altre due province pugliesi, ma la rende anche internamente non omologabile per la pluralità di situazioni che emergono dai quadri naturali e dai referenti economico-sociali (dalla introduzione).