Descrizione breve
pp. 120 pp, 17x24 cm, in brossura, a colori
Collana: Dipartimento dei beni delle arti e della storia. Saggi e testi. N° 51
I dipinti murali, oggetto di questa pubblicazione, appartengono ad un palazzo situato nella città di Jaipur in Rajasthan che noi, per l’abbondanza di immagini femminili, abbiamo voluto chiamare ‘Casa Delle Belle Donne’. Nell’ ‘800 ne era proprietaria una prestigiosa famiglia di sacerdoti, purohit, a stretto contatto con il Maharaja Ram Singh II, immortalato tra i dipinti con cinque ritratti. La sala dei ricevimenti con i suoi fastosi dipinti, oltre a donarci il gusto – rasa – della ‘cosa bella’ nello sfavillio dei colori e nel fascino romantico delle immagini, ci introduce nell’ormai lontano mondo dei maharaja, i prodi guerrieri dal ‘forte sentire’ delle antiche leggende e, nello stesso tempo, nelle altrettanto favolose atmosfere dei loro palazzi dove essi venivano trattati come divinità viventi, alle quali tutto era concesso, lussi e sregolatezze, agi e delizie di ogni tipo. Nello stesso tempo le pitture forniscono un validissimo e si può dire unico mezzo per entrare nella loro quotidianità attraverso la riproduzione meticolosa degli ambienti, arredamenti, oggetti, ma anche di rituali e festività che ormai stanno scomparendo o sono ormai definitivamente perduti. La presenza di farangi (stranieri) a Jaipur ha determinato importanti cambiamenti non solo nell’arredamento e nelle abitudini di vita, ma anche in molte sfere del sapere, dall’astronomia alla fotografia, (passatempi preferiti del Maharaja Ram Singh II), nelle arti in generale, ma anche in altri campi, in architettura, nell’istruzione (allargata anche alle donne), nella medicina con la costruzione di ospedali, nel diritto e nella politica. In pittura fu acquisito un nuovo modo di concepire lo spazio e i volumi delle immagini, dando vita a nuovi modelli artistici. L’attenta osservazione dei dipinti rende palesi i mutamenti del gusto nell’India dell’ ‘800.