Descrizione breve
Biblioteca di Scrittori Salentini
diretta da Mario Marti
I,3
formato com 17x24, pp. 548, brossura
Terra vergine le scritture di “pietà” raccolte in questo volume, e press’a poco che fantasmi quasi tutti gli autori. Le une e gli altri si prolungano per circa un secolo e mezzo, segnando il divenire della storia: ma quelle da allora non furono mai più pubblicate, e questi rararmente considerati nella loro consapevolezza di scrittori, quali vollero anche essere nei loro propositi e programmi: Fulgenzio Gemma, Diego da Lequile, Giovanni Azzolini, Serafino Dalle Grottaglie, Alessandro Tomaso Arcudi… Eppure è straordinario cogliere, attraverso la lettura dei testi, il forte nesso che lega la individua coscienza letteraria al sentimento del tempo e ai problemi della spiritualità e della “pietà” che la muovono dal profondo; anche nelle personalità più modeste e più chiuse nella provincia (Francesco da Seclì, Giuseppe Selvaggi, Bonaventura da Lama, Ignazio della Croce). Letteratura organica ad una ideologia e ad una poetica, ma non per questo meno sensibile (anzi!) alle istanze della civiltà coeva in Italia e fuori; e scrittori – alcuni in modo particolare – ben rappresentativi delle “certezze” e delle inquietudini del tempo; onde non solo la pietas, ma anche la necessità storica del recupero che integra e arricchisce il quadro generale, per una più completa e reale verità storica. Nell’amplia Introduzione Bruno Pellegrino ha analizzato le strutture locali come un “campione” significativo di quelle generali.