Descrizione breve
con interventi di
Salvatore Inguscio, Emanuela Rossi, Alfredo Sanasi
Introduzione di Giancarlo Vallone
volume in brossura, cm 21,3x31, riccamente illustrato
Santa Maria al Bagno, sulla riviera di Nardò (Lecce), è sempre stata una località prescelta dall’uomo, sin dalla preistoria, per l’amena posizione, per le sue acque limpide e salutari, per il clima favorevole.
Il rinvenimento di numerose tombe messapiche è un segno della precoce antropizzazione e gli antichi Romani avevano impiantato un centro termale. La fertilità delle sue terre aveva incoraggiato i cavalieri teutonici a fissare una loro dimora, che mantennero sino alla loro scomparsa.
La presenza di una fonte sulla costa, segnalata già nel libro del re Ruggero il normanno dall’Edrisi, ne fece una sosta quasi obbligata per quanti solcavano lo Jonio per ruberie e saccheggi. Di fronte alle ormai numerose incursioni piratesche fu necessario difendere il sito erigendo nella seconda metà del XVI secolo una delle più grandi torri costiere, la torre del Fiume, con impianto simile alle altre della serie di Nardò a pianta quadrata. Diverse vicissitudini, anche per vizi costruttivi, portarono al crollo della parte centrale del fortilizio, così da sopravviverne soltanto le maestose torrette angolari, poi note come “Quattro Colonne”.
La notorietà del luogo, fuori dalla realtà locale, si legò all’accoglienza di molti ebrei liberati dai campi di concentramento, ma anche di slavi evacuati dai loro territori, tutti internati nel campo-profughi nr. 34 tra 1943 e 1947.
Questo lavoro editoriale, a cominciare dalla preistoria del sito, ripercorre i momenti salienti della sua storia e delle sue numerose vicende, attestando con nuove fonti e ricchissima documentazione fotografica gli anni della rinascita, quando Santa Maria al Bagno diviene uno dei centri di villeggiatura più rinomati della Puglia.
