Descrizione breve
Università del Salento, Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo
Pubblicazioni serie Studi Storici 118
saggi e ricerche CXI
collana diretta da Bruno Pellegrino
formato 17x24, pp.136
L’attenzione per la “questione urbana” della “questione meridionale” è una delle prospettive d’indagine che ha rinvigorito, fin dagli anni Sessanta del Novecento, gli studi sul Mezzogiorno e messo in evidenza come le relazioni territoriali si sviluppino attraverso network e reti di città. Il Mezzogiorno raccontato all’indomani dell’Unità d’Italia come “un vasto regno senza strade e senza città”, con insediamenti chiusi e isolati all’interno di spazi rurali altrettanto chiusi e isolati, attende, ancora oggi, nella nuova competizione globale, la formazione di un’equilibrata e funzionale armatura urbana, fondamentale per l’integrazione economica di questa parte del Paese.
Nell’attuale assetto territoriale e urbano, la Calabria, pur con le sue peculiarità, costituisce un banco di prova per alcune categorie interpretative del Meridione e dei suoi fenomeni urbani. “Mezzogiorno nel Mezzogiorno”, la regione evoca sia le contraddizioni e l’eterogeneità della sua architettura naturale che lo storico isolamento, fisico e culturale, verso l’esterno e al suo interno. Le città, che dovrebbero costituire i capisaldi di aree funzionali, scontano ancora enormi ritardi nei loro processi di trasformazione per le numerose insufficienze nella dotazione di servizi e per la scarsa propensione a “fare rete”. E la carenza di presìdi urbani territoriali impedisce di dare unità funzionale allo spazio regionale e di riammagliare le singole “isole” che lo compongono.
Tuttavia, malgrado la bassa competitività dei sistemi territoriali e la loro debole integrazione e nonostante la presenza di profili urbani incompiuti e la rimozione collettiva dell’esistenza di una “questione calabrese”, si registrano timidi segnali di una maggiore articolazione delle trame regionali. Una modernizzazione che sembrerebbe riconfigurare la forma e il disegno di una rete urbana più estesa e meno frammentata nelle attività e nei servizi rispetto alle antiche carenze di un passato anche recente. Una modernizzazione che ha promosso la trasformazione dei centri e un diverso assetto della rete urbana per cui, oggi, si può forse rivedere il drastico giudizio negativo di Gambi circa l’esistenza in Calabria di vere città.