Le Masserie del Salento - Dalla masseria fortificata alla masseria-villa

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Descrizione breve

formato 24,5x34,5, pp. 550, ca 1400 illustrazioni in b/n e a colori

Il volume presenta dopo una serie di scritti introduttivi diverse centinaia di sche che illustrano l’intero complesso delle masserie salentine zona per zona.

E’ stato giustamente osservato come il fenomeno delle masserie – che in Puglia registra sia sul piano quantitativo che su quello morfologico una consistente presenza – non sia riconducibile a un modello unitario per la vasta gamma di varianti, situazioni, articolazioni, ecc. con cui esso si manifesta; di qui la diversità e la pluralità delle analisi e i variegati livelli di approccio delle indagini che sotto il profilo storiografico come sotto quello urbanistico-architettonico sono state condotte. Ne consegue che le schematizzazioni, ancorché utili e necessarie per verificare le linee di tendenza, nel nostro caso vanno assunte con la consapevolezza della provvisorietà e della problematicità tenendo conto prioritariamente delle specificità locali.
A considerare la genesi delle masserie il primo problema che balza immediatamente alla nostra riflessione è quello della continuità tra tardoantico, medioevo ed età moderna: se cioè queste unità territoriali rispondenti a una molteplicità di funzioni altro non siano che il risultato della parcellizzazione delle grandi proprietà fondiarie (latifundia statali, praedia, villae rusticae, ecc.) in lotti di circoscritte dimensioni, le massae appunto affidate o condotte dai massarii. Del resto l’epistolario di Gregorio Magno, come ha dimostrato con un cospicuo numero di esempi Vincenzo Recchia, è buon testimone non solo dell’esistenza delle massae, ma anche della politica accorta del pontefice e dei rapporti con Roma per quanto attiene gli aspetti amministrativi e gestionali.
Un’indagine più attenta sul rapporto città-campagna e un’analisi più approfondita sul concetto di rurale e urbano, per quanto riguarda soprattutto l’architettura del Salento, consentirebbero di stabilire quanto dalla campagna è stato dato alla città e quanto dalla città è stato trasferito nella campagna.
In termini di architettura possiamo dire che la differenza tra rurale e urbano consiste soltanto nel “differente grado di evoluzione: dove cioè la casa rurale intesa come utensile ha un preciso riferimento nella casa-bottega della città della storia, mentre la sua evoluzione logica è proprio nel senso della specificazione e della separazione delle funzioni. Come manifestazione insediativa la dimora contadina non può prescindere dall’ambiente rurale cui corrisponde, cioè dall’unità fondiaria e dagli “elementi peculiari di questa sul piano proprio delle scelte socio-economiche”.
Autore: Antonio Costantini
Anno: 1994
Codice ISBN: 888086040 2

Le Masserie del Salento - Dalla masseria fortificata alla masseria-villa

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