Descrizione breve
Si può salire sulla montagna sacra con trepida commozione e con partecipato interesse, ma sempre con animo diverso e cangiante, seguendo l’itinerario di quanti dal momento dell’ “Apparitio” sino ai nostri tempi calcarono la “strata peregrinorum” per arrestarsi dinanzi alla chiesa “vili facta scaemate, sed caelisti praedita virtute”, la grotta scavata nel cuore della roccia sul cocuzzolo più alto del monte dedicata all’Arcangelo Michele.
…Il santuario di S. Michele assunse nel medioevo una eccezionale importanza religiosa, economica e politica, pari forse a quella di S. Giacomo di Compostella in Galizia. Anzi Monte Sant’Angelo costituiva un passaggio e in pari tempo un termine reale e simbolico sulle grandi vie dei pellegrinaggi mediterranei sin dall’alto medioevo. La rete verticale e orizzontale che teneva uniti i santuari di Spagna, Francia, Italia, Terra Santa e Grecia, collegava i relativi percorsi penitenziali, formando una croce ideale che rappresentava l’ecumene cristiano.
Indice:
Giannino Celentano Presidente della Banca del Monte di Foggia; Cosimo Damiano Fonseca, Prefazione; Giovanni Battista Bronzini, Introduzione, Michele Fuiano, Monte Sant’Angelo nel secolo XI; Maria Stella Calò Mariani, L’arte medievale e il Gargano; Mario Azzarone, Le pietre di San Michele contro la peste del 1656; Matteo Sansone, Iconografia di San Michele nell’occidente e gli statuari di Monte Sant’Angelo; Matteo Sansone, Oreficeria garganica; Giovanni De Vita, I pellegrinaggi attuali; Giovanni De VIta e Ferdinando Mirizzi, Museo “G. Tancredi” e cultura del territorio, Giovanni De Vita e P. Filippo De Michele, Gli ex voto del santuario di San Michele a Monte Sant’Angelo; Giovanni Battista Bronzini, Il culto garganico di San Michele.