Descrizione breve
Università del Salento Dipartimento di Storia, Società e Studi sull’Uomo
Pubblicazioni serie Studi Storici 119
saggi e ricerche collana diretta da Bruno Pellegrino CXII
brossura, formato cm 17x24, pp. 224
Il centenario della Grande Guerra è anche una importante occasione per approfondire gli effetti prodotti dal conflitto nelle realtà locali e le risposte che queste furono capaci di dare alle problematiche che non solo nella penisola italiana ma nel più articolato quadro internazionale lo stato di guerra totale e pervasivo impose alle moderne società di massa.
Il presente lavoro intende contribuire alla ricostruzione storiografica, o quanto meno all’esposizione degli avvenimenti che videro protagonista nel corso della Grande Guerra l’allora provincia di Basilicata. Lo stato attuale degli studi, di fatto, è prevalentemente incentrato sugli aspetti politici generali nell’articolato contesto locale nel quale agivano contemporaneamente il composito schieramento che faceva capo Nitti, le due correnti del socialismo lucano, quella riformista e quella massimalista, le forme di conservatorismo e nazionalismo e la componente cattolica, politicamente ancora non organizzata ma fortemente presente sul territorio. Mentre l’emergente gruppo di matrice nazionalista lucano ha riscontrato minore interesse, maggiore attenzione è stata rivolta invece al socialismo lucano e in particolare alla sua componente socialrivoluzionaria che fu protagonista dalla neutralità alla fine della guerra di azioni pacifiste in linea con la visione internazionale del partito e per questo spesso in tensione, quando non in diretto scontro, con gli apparati governativi. Le componenti cattoliche che comprendevano sia il mondo ecclesiastico che quello laico oscillavano fra un neutralismo d’attesa e forme di nazional-patriottismo come testimoniato dalle figure di alcuni vescovi delle diocesi di Basilicata, mentre poco rilievo hanno avuto le opposizioni popolari al conflitto. Relativamente al mondo militare vari sono i diari e gli epistolari di soldati ed ufficiali lucani impegnati al fronte, fra memorie personali, celebrazioni patriottiche e identità comunitarie, mentre del tutto assenti dal panorama storiografico lucano sulla Grande Guerra sono invece questioni della mobilitazione civile, della propaganda, le dinamiche economiche, la questione di prigionieri e profughi. Un primo approccio per ricostruire ed affrontare tali tematiche sul fronte interno lucano è stato tentato in occasione del primo anno del centenario con l’allestimento della mostra documentaria L’ora trepida delle armi. La Basilicata e la Grande Guerra nei documenti d’archivio. Organizzata dall’Archivio di Stato di Potenza e dal Consiglio regionale di Basilicata la mostra, attraverso la ricerca di archivio ha consentito una ricostruzione dell’articolata organizzazione prefettizia che monitorò capillarmente il morale e lo spirito pubblico lucano. Controllo e censura delle informazioni in funzione delle finalità patriottiche, predisposizione di piani di sicurezza in caso di attacchi aerei, gestione dei prigionieri, profughi e delle risorse lasciano intendere come la guerra fosse vissuta anche lontano dai campi di battaglia. Ma la maggior parte della documentazione archivistica prodotta dalla Prefettura di Potenza ed ancora disponibile è quella relativa all’organizzazione e al coordinamento in Basilicata della mobilitazione civile impegnata nelle opere di assistenza della popolazione e dei profughi, che promosse le sottoscrizioni dei prestiti nazionali e svolse un’ampia attività propagandistica. Il presente lavoro, che prende le mosse proprio dallo scavo archivistico iniziato nel 2015 si propone l’obiettivo di fornire, certamente non in modo esaustivo, una prima articolata ricostruzione della mobilitazione civile in Basilicata fra attività assistenziale e di propaganda lungo l’intero periodo bellico, considerando il caso lucano entro il più ampio quadro nazionale e in particolare meridionale, in un contesto di evoluzione delle strutture sociali e politiche.