L’unità fisico-matematica nel pensiero epistemologico di Hermann Weyl

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pp. 232, 17 x 24 cm

Collana: Dipartimento di Filologia Classica e di Scienze Filosofiche.
“Testi e Saggi” n° 36 - anno 2005

Hermann Weyl (1885-1955) nel corso della prima metà del XX° secolo, ha contribuito in maniera rilevante allo sviluppo delle scienze fisiche e matematiche (relatività, meccanica quantistica, teoria dei gruppi, questione dei fondamenti, teorie di gauge, etc.). I suoi contributi scientifici sono attualmente al centro delle riflessioni degli scienziati, ma il Nostro ha contribuito in modo ineludibile anche all’approfondimento epistemologico dei processi di ricerca delle scienze. Mettendo in risalto il ruolo dell’unità fisico-matematica nell’ambito della ricerca operativa ha messo in tensione tutti i cardini speculativi più rilevanti. Confrontando la propria attività di scienziato con i sentieri tracciati dal logicismo, formalismo ed intuizionismo, ha contribuito, nonostante e grazie agli insegnamenti del maestro David Hilbert, a tracciare un sentiero nuovo che oggi può essere definito “realismo critico operativo”. Queste pagine, pertanto, cercano di mettere in evidenza quei passaggi caratteristici che dall’opera dello scienziato fanno emergere quelle cuspidi concettuali le quali, affondandosi nei pilastri delle suddette ermeneutiche epistemologiche considerate standard interpretativi, ne minano i fondamenti teoretici ponendo, a loro volta, le basi della “costante crisi dei fondamenti”. Una crisi quest’ultima che trova la sua ragione e soprattutto il suo superamento nel weyliano mathematical way of thinking, il quale, attraverso l’unificazione della fisica con la matematica, colloca il Nostro nella direzione del realismo. Un realismo critico poiché si fonda sulla relazione costante tra pensiero matematico e azione sperimentale; ma anche operativo perché sottende la conformità tra il momento della creazione matematica e la ricerca fisica sperimentale. Per queste ragioni l’impalcatura gnoseologica che emerge deve essere definita quale realismo critico operativo. In tal senso ogni compromesso cui la prassi della ricerca ci obbliga è soltanto un momento del processo di costante revisione cui la natura stessa della ricerca ci obbliga.

Autore:
Demetrio Ria (Galatina 1968), dottore di ricerca in “Discipline storico-filosofiche” presso il Dipartimento di Filologia classica e Scienze filosofiche dell’Università degli Studi di Lecce. Attualmente sta approfondendo lo studio della filosofia della matematica del Novecento. Tra le precedenti pubblicazioni si segnalano: A half-century of Mathematics: una prospettiva storico-epistemologica della prima metà del Novecento, in “Il Bollettino di Storia della Filosofia dell’Università degli Studi di Lecce”, n. XII 1997-2002, Congedo Editore, Galatina 2002, pp. 301-323; Hermann Weyl e il mondo aperto, in Aa. Vv., Realismo, Illuminismo ed Ermeneutica. Percorsi della ricerca filosofica attuale, a cura di F. Minazzi e D. Ria, Milano 2003.
Autore: Demetrio Ria
Anno: 2005
Codice ISBN: 8880866036

L’unità fisico-matematica nel pensiero epistemologico di Hermann Weyl

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