Il seicentesco lavabo maiolicato della chiesa di San Rocco in Matera

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Descrizione breve

formato cm 17x24, pp. 64, brossura, illustrato a colori.

La presente ricerca è dedicata a un’opera d’arte molto sorprendente: il semisconosciuto Lavabo maiolicato seicentesco, conservato, anzi nascosto, nella sacrestia della chiesa di S. Rocco, annessa a un dismesso convento francescano di Matera. Esso costituisce invece per la sua rarità – simili opere, se pure sono esistite, sono andate perdute a Napoli – per l’intensa espressività cromatica e figurativa, e per la circostanza che ora risulta la più antica produzione ascrivibile alle fornaci di Laterza (MDCXXXIII), un vero e proprio Unicum, degno di diventare una nuova attrazione turistico-culturale della città.
La composizione figurativa di tale mirabile rivestimento maiolicato riflette l’impianto architettonico degli altari dorati con ordini di nicchie sovrapposte di busti-reliquario, caratteristici della tradizione spagnola dei retablos o armadi lignei con immagini di santi, che si diffonde anche a Napoli e nel Regno agli inizi del Seicento. Infatti il Lavabo di S. Rocco presenta le pareti laterali dipinte a guisa di ante o battenti di porte, che possono essere chiuse. Ma l’aspetto inedito e originale è che il Lavabo non è realizzato in legno dorato, ma è dipinto su fascinosi, policromi azulejos, le piastrelle spagnolo-catalane, che a Napoli diventano le famose riggiole.
Il Lavabo è dedicato al SS. Sacramento, disegnato al centro, e circondato da medaglioni iconici di Santi e Sante francescani, la cui qualità grafica e pittorica induce a pensare che siano stati eseguiti sulla base di un programma iconografico concepito da un pittore francescano presente nello stesso convento, dove infatti esisteva il frate-pittore Fra Francesco da Martina Franca, che ha dipinto una tela, conservata nella chiesa, con l’Annunciazione, datata 1626.
Nella chiesa di S. Francesco, a Manduria, Fra Francesco ha dipinto un’altra Annunciazione, e nella stessa chiesa è conservato un grande Altare-reliquario ligneo con nicchie sovrapposte di Santi lignei, che iniziarono ad arrivare da Napoli nel 1624 fino al completamento della struttura, anch’essa datata 1633.
Il libro documenta anche gli straordinari Altari-reliquario lignei dorati, come quelli conservati nella chiesa del Gesù Nuovo, commissionati dalla Congregazione della Venerazione del SS. Sacramento: un elemento di congiunzione con il Lavabo di Matera. I francescani di Matera, fondati dal mistico spagnolo Pietro d’Alcantara, si prefiggevano lo scopo della esaltazione del culto devozionale del SS. Sacramento.
La presente ricerca tenta altresì di ricostruire le vicende dell’ambiente dei ceramisti di Laterza agli inizi del Seicento, dove l’introduzione della fascinosa impaginazione turchina sembra iniziare con lo sconosciuto Maestro del Lavabo materano, e diventa poi peculiare, dal 1652, dell’istoriato turchino di Laterza con il ceramista Lorenzo Gallo, scoperto da Antonio Dell’Aquila.
Infine una densa Appendice illustra il Compendiario di Terra d’Otranto: la pregevole produzione di Piatti da parata, spesso stemmati, nel “bianco” compendiario di ascendenza faentina, fiorita nel Salento con la mediazione dei prototipi di cultura napoletana e dei Maestri di Castelli, attivi a Napoli a partire dagli ultimi decenni del Cinquecento.
Autore: Guido Donatone
Anno: 2019
Codice ISBN: 9788867662401

Il seicentesco  lavabo maiolicato della chiesa di San Rocco in Matera

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