Descrizione breve
pp. 120, 21 x 31 cm, illustrato
Collana: Quaderni degli Archivi Diocesani di Nardo’ e Gallipoli – Nuova Serie – Supplementi IV
Nella sezione introduttiva Il mistero dei segni cela i segni del Mistero, gli autori preparano il lettore a decodificare le ricchezze nascoste nella chiesa madre di Nardò. Di seguito si esamina il ricco bestiario medievale che decorava la copertura lignea del tempio, come apparve dopo il 1892, tempo in cui la chiesa tornò al suo originario aspetto romanico. Si ricorda che le capriate presentano tale quantità di pitture che, «al dire del Maccari, forse in nessun altro monumento si presentano così copiose, svariate, ed in alcune travi-catene capricciose». Gli autori hanno saputo evidenziare, con un inoppugnabile ricorso alle fonti, la ricchezza iconologica di questo originalissimo bestiario medievale. L’ampio corredo fotografico, fondamentale, è degno strumento di valorizzazione dell’opera. Segue un interessante saggio tecnico su La distrutta travatura della basilica cattedrale di Nardò, di Maria Vittoria Mastrangelo con disegni dell’arch. Fabio Fiorito. L’ultimo scritto si consacra a uno dei pochi elementi superstiti del periodo barocco della chiesa: l’altare delle Anime, di competenza del sodalizio dell’Orazione e Morte, noto come confraternita delle Anime Purganti. Nel 1668 la congrega aveva commissionato un altare all’artista di Alessano Placido Buffelli (1635-1693). Questi elaborò un’opera che continua a destare meraviglia in chi la contempla. Inoltre, la pala fu commissionata al noto pittore Paolo De Matteis (1662-1728), che ultimò il lavoro nel 1698. La grandissima ricchezza iconografica dell’altare viene posta in evidenza dagli autori con competenza tecnica sia in campo storico-artistico che teologico. Si scopre, particolarmente nell’altare, un autentico programma iconografico sulla verità del Purgatorio e la necessità di pregare e offrire sacrifici per le Anime della Chiesa purgante. Il tema, molto presente nelle chiese medievali, non poteva non svilupparsi ulteriormente in seguito alla controversia protestante. Trento aveva riproposto la dottrina sul Purgatorio, negata dai riformati. Una verità che, contemplata nell’altare di Nardò, porta non soltanto a pregare per i defunti ma a sforzarsi per arrivare al giudizio particolare non soltanto in grazia di Dio, ma con abbondanza di buone opere.