Descrizione breve
formato 17x24, pp. 240, 25 illustrazioni in b/n
Occorre considerare non con i nostri parametri idealistici il concetto di praticità, che per i contadini è propriamente effettualità. L’uso magico di mettere un vomere sotto il letto nuziale per garantire la fecondità delle nozze contro gli influssi malefici non è meno pratico, cioè meno effettuale, dell’uso specificamente lavorativo del vomere che taglia il terreno come nel primo casa taglia il maleficio con la simultanea virtù produttiva di preparare all’atto fecondativo: la similarità delle due azioni ‘nuziali’ fu assunta nell’antica filosofia greca (Platone, Plutarco). E fecondità della donna e fecondità del terreno non sono cose distanti e diverse, sono effetti positivi del lavoro contadino. Qui s’incontrano e convergono concezione economica e sacra: l’una si accorda al ritmo produttivo della terra (che è poi il tempo contadino, tempo circolare, fondato sulla ripetibilità degli eventi), l’altra trova nel culto della terra-madre il referente storico, quanto mai vivo nell’area vastissima della Magna Grecia, di un principio calamitante che è quello di ritorno in seno alla madre da cui sono regolati molti nostri comportamenti (se visti per via psico analitica) e anche i comportamenti analogici dei contadini nel lavoro dei campi.
Indice:
I. Homo laborans; II. Noi e le cose; III. Perché un Museo della civiltà contadina in Lucania; IV. Musei demologici e territorio; V. I musei pugliesi di cultura popolare; VI. Antropologia e beni culturali; VII. Progetti e proposte; VIII. Museo delle arti e tradizioni popolari del Gargano; Cultura popolare dei centri storici e Musei di storia della città.