Gerardo Berenga. Un notabile meridionale nell’Italia Liberale

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Descrizione breve

pp. 192,17 x 24 cm, illustrato

Collana: Dipartimento Studi Storici dal Medioevo all’Età Contemporanea.
“Saggi e Ricerche” 76

I temi relativi al trasformismo, al processo di industrializzazione, all’evoluzione delle classi, al rinnovarsi dei gruppi sociali come detentori del potere hanno accompagnato il quadro di riferimento della storia italiana tra Otto e Novecento, oggetto di sempre attuale dibattito storiografico. È possibile interpretare questi problemi di storia nazionale anche attraverso l’attività e l’opera di uomini, di personalità di rilievo politico non primario, ma che pure sono il substrato essenziale e la base affinché una certa politica al centro del potere si possa realizzare. Queste personalità infatti consentono di rileggere le caratteristiche della politica, le difficoltà, le modalità di consenso, le continuità e le rotture nel panorama politico generale. Su questo interscambio poggia e si articola il percorso su un personaggio che nel suo operare esprime le coordinate del suo tempo e si fa presente sia nella politica locale che, per il sostegno che garantisce al suo gruppo di riferimento, nella politica alta.
Gerardo Berenga, perciò, è una figura che bene interpreta un periodo di alcuni decenni della storia d’Italia (1880-1925) caratterizzato dall’ingresso nella politica di “notabili” territoriali interpreti emergenti della borghesia che, nel decadere della nobiltà quale forza di governo, implacabilmente, nel tempo la sostituì e subentrò ad essa nella cosa pubblica e nel governo sia in periferia che al centro. Questa classe nel suo emergere e nel suo divenire ebbe anche, e soprattutto, il ruolo e la responsabilità di garantire consenso e voti ai gruppi appartenenti alle aree liberali, pur nello sfondo, mai scomparso, del trasformismo marchio e impronta dell’Italia.
Berenga vive e interpreta questo status politico nella periferia che si riflette significativamente al centro, nel Parlamento, e lo vive soprattutto nel suo nascere, nel suo evolvere sino al concludersi dello stesso con il definitivo avvento del fascismo.

Autore:
CARMELITA DELLA PENNA è professore associato di Storia Contemporanea nella Facoltà di Scienze Sociali dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Ha pubblicato saggi, interventi e volumi monografici tra cui: Il processo di privatizzazione delle terre nel Mezzogiorno (secc. XVIII-XIX), Roma 1981; Clero e popolo nella diocesi teatina dopo l’unificazione nazionale, Chieti 1987; La stampa socialista nell’Abruzzo Citeriore nel periodo precedente l’affermazione del Regime, Roma 1989; Aspetti della vita sociale ed economica dell’Abruzzo marittimo nella statistica murattiana, Chieti 1990; La stampa abruzzese di informazione nell’età giolittiana, Roma 1999; Nicola Castagna, uno storico abruzzese di fronte alla storia meridionale, Napoli 2001; L’occupazione francese in Abruzzo (1806-1815), Pescara 2002; L’Istruzione Classica in Abruzzo in Età Liberale (1861-1900), Tinari Villamagna (Ch) 2003; Il problema demaniale dopo l’unità, Reggio Calabria 2004.
Autore: Carmelita Della Penna
Anno: 2006
Codice ISBN: 8880866877

Gerardo Berenga. Un notabile meridionale nell’Italia Liberale

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