Descrizione breve
Brossura, cm 17x24, pp. 248
Collana: Università degli Studi di Lecce. Dipartimento di Filologia Classica e di Scienze Filosofiche. Centro Interdipartimentale di Studi papirologici. Papyrologica Lupiensia 12
Il presente volume della nostra Rivista, dedicato, come alcuni precedenti, ai papiri greco-egizi ed a quelli ercolanesi, si apre con una analitica e puntuale rassegna della bibliografia finora prodotta sul PMilVogl VIII 309, curata da Francesca Angiò, Il nuovo Posidippo (2001-2003).
Ivana Denuzzo, Le Storie di Alessandro Magno nei papiri, presenta i primi risultati di una ricerca sui papiri contenenti Storie di Alessandro Magno; tra l’altro ella è in grado di confermare che in Egitto il maggior interesse per la figura del re macedone risale al I/II sec. d.C. e che il pubblico presso il quale queste storie circolavano era culturalmente vario.
Lara Guglielmo, Micae Qumranicae. I manoscritti di Qumran a quasi sessant’anni dalla scoperta, delinea una problematizzante ed utile sintesi degli studi fin qui condotti sui manoscritti di Qumran.
Marie-Hélène Marganne, Le médecin, la trousse et le livre dans le monde gréco-romain, analizza la tipologia della cassetta di lavoro del medico antico ed i suoi rapporti con il materiale librario medico; l’articolo si fonda magistralmente su fonti letterarie ed archeologiche ed utilizza, tra l’altro, testimonianze papiracee ancora inedite.
Enzo Puglia, Schede demetriache, esamina nove passi di diverse opere ercolanesi di Demetrio Lacone. Si tratta di brani di cui l’Autore dà una diversa e migliore ricostruzione, fondata quasi sempre sul controllo degli originali.
Alcune puntuali osservazioni su di una bevanda scitica menzionata in un glossario risalente al II/III sec. d.C. sono presentate da Laura Tafuro, A proposito dell’idromele nel POxy 1802 e nelle Quaestiones convivales di Plutarco.
Il volume è chiuso dalle consuete rubriche, dedicate, rispettivamente, alla paleografia dei papiri (Paolo Radiciotti), ai papiri omerici (Natascia Pellé), ai papiri di contenuto storiografico (la stessa Pellé) e ai papiri biblici (Anna Passoni Dell’Acqua).
M. CAPASSO