Descrizione breve
formato 19x27cm, rilegato, pp. 284, illustrato
Non sembrò vero, quella mattina del 29 settembre, che all’invito rivolto a Studiosi di grande prestigio e di accreditata esperienza fosse seguita una risposta massiccia, un consenso pieno, una adesione convinta.
L’antica masseria divenne tra il 29 settembre e il 3 ottobre 1971, un autentico laboratorio di cultura.
Poi i Convegni presero altre strade; ampliarono le prospettive metodologiche aperte a Casalrotto; dai problemi legati alla seconda colonizzazione bizantina si passò a quelli connessi al passaggio dal dominio bizantino allo Stato normanno (1973); si indugiò sull’Habitat rupestre, sulle sue strutture, sul suo territorio (1975); si indagò sulle aree omogenee all’interno dell’Impero bizantino, scegliendo, come regioni emblematiche, prima la Serbia (1977) poi la Cappadocia (1979) o, nel constesto delle civiltà italiche, puntando l’attenzione sulla Sicilia (1981) e sulla Sardegna (1984); si precisò il concetto di “Civiltà rupestre” non alternativo, ma copulativo con quello di “Cultura rupestre”; si affrontò, infine, il rpoblema delle fonti per lo studio del popolamento rupestre dell’area mediterranea (1984).
Eppure, nonostante la diaspora dei Convegni, Casalrotto rimaneva pur sempre un punto privilegiato di riferimento, una tappa obbligata della Civiltà rupestre del Mezzogiorno, anche perché per la sua singolare vicenda, poteva ancora consentire di coniugare lo studio dell’habitat con la tradizione documentaria serbataci quasi indenne nell’Archivio dell’Abbazia benedettina della SS.ma Trinità di Cava.
dalla Presentazione di C.D. Fonseca
Indice
La storia: C.D. Fonseca, “In Casali Rupto”: una tappa della civiltà rupestre meridionale (secc. X-XIV); P. Dalena, La decadenza del casale; P. Dalena, Le terre del monastero di Sant’Angelo: territorio e viabilità
Gli scavi: C. D’Angela - A. De Lucia - M. Milella - V. Scattarella - A. Siciliano, Campagne di scavo 1979-1982; F. Lembo, La struttura urbanistica; C. D’Angela, Conclusioni