Descrizione breve
Studi Storici 49
Saggi e ricerche XLII
pp. 380, 16 ill. a colori, cm. 17 x 24
... Il campo della incunabulistica si presenta come un gran pelago in continuo movimento; o meglio, come l’albero di una famiglia d’antichissimo ceppo oramai diffusa su tutta la terra, i cui rami dispersi spesso non si conoscono tra di loro. Ogni tanto c’è bisogno d’un appello, d’un raduno per ricostruire i fili della memoria, per non lasciare inaridire la linfa dei rapporti parentali, per celebrare la nascita di nuove gemme, per rinverdire le lusinghe dell’attenzione. Anche a questo serve un catalogo. È un nodo al fazzoletto della memoria, per sconfiggere l’indifferenza, frutto della distrazione e della prevaricazione di sempre nuovi interessi. Occorre, di tanto in tanto, fare il punto della situazione. Così, siamo in grado di registrare nella nostra provincia leccese alcune dolorose perdite, ma anche alcuni importanti acquisti, soprattutto nelle biblioteche private. Se ciò non è sufficiente a impedire nel futuro ulteriori dispersioni, è certo la giusta premessa per contenerle e aumentare la coscienza della conservazione di un bene prezioso. Dico, prezioso in sé, ma anche per quello che documenta, per il valore di coesione culturale e sociale che rappresenta.
Un catalogo, questo catalogo, è anche una mappa per scoprire percorsi nascosti, anditi problematici della nostra cultura. A questa funzione assolvono gli indici, così ampi, articolati, numerosi che completano il repertorio. A percorrerli sorgono tante domande, nascono nuove curiosità, si aprono nuove prospettive di ricerca. Il catalogo non è un bilancio a saldo: è anche un programma di studi futuri; e non è neppure un lavoro fatto a tavolino, nel chiuso della propria cella di studioso. Comporta, come si dice, lavoro sul campo, scavi in biblioteche dimenticate, sconosciute, acquisizione di solidarietà, di rapporti, di interessi; intese di metodo e di opportunità. È, insomma, un invito alla collaborazione, all’amicizia: uno dei pochi tramiti attraverso i quali la cultura, quella umanistica, supera il suo isolamento e si apre a un’azione concreta di servizio.
Per tutti questi motivi mi sento di esprimere la mia sincera gratitudine all’autrice.
(Dalla Prefazione di Donato Valli)